Siete perfezionisti? Non siete mai soddisfatti dei vostri risultati perché avete sempre l'impressione che avreste potuto fare ancora meglio? Allora leggete “The danger of perfectionism” a pagina 52. Questo articolo, basato su numerose indagini, spiega come la ricerca ossessiva dell’eccellenza possa essere controproducente e causare nevrosi. Spesso accontentarsi di un risultato average, nella media, porta ad ottenere risultati alla lunga migliori e a vivere liberi dall’ansia.
L’articolo si riferisce al mondo del lavoro e del business, ma le conseguenze deleterie del perfezionismo a tutti i costi si applicano anche all’apprendimento delle lingue. Lo diciamo perché abbiamo la netta sensazione che alcuni nostri lettori ricadano proprio nella categoria dei perfectionists. La cattiva notizia è che se c’è una lingua che mal si adatta a quest'abito mentale questa è proprio l’inglese: è una lingua fluida, estremamente flessibile e soprattutto refrattaria a lasciarsi ingabbiare nella prigione delle ‘regole grammaticali‘ (quelle che vengono malauguratamente martellate in testa agli italiani durante gli anni della scuola). Ancora oggi l’insegnamento delle lingue è basato sulla teoria e sulla grammatica, mentre la parte pratica, quella che funziona realmente (i film in lingua originale, la conversazione con i madrelingua, gli stage all’estero) viene per lo più ignorata. Se poi aggiungiamo alle carenze della scuola il mito tutto italiano della ‘brutta figura’, otteniamo un mix paralizzante. Ossessionati dall'idea di sbagliare un passato prossimo, e bloccati della paura di fare una figuraccia, gli italiani commettono l’errore più grave: non parlano. In tal modo non vanno mai al di là dell'inglese scolastico, quello che si rivela praticamente inutile appena varcati i confini nazionali.
Vi portiamo l’esempio di una nostra simpatica lettrice che ci pone questa domanda (che sintetizziamo): “Voglio tradurre ‘stamattina mi sono svegliata alle 7’ ma non riesco a capire qual è il limite di orario entro il quale devo usare il present perfect (I have woken up) o il past tense (I woke up). Mezzogiorno?”
Federica, smetti di pensare. Parla. Buttati. Se sbagli, ti correggeranno. Soltanto così migliorerai il tuo inglese.
Rosanna Cassano