Intorno al 1880 gli Stati Uniti aprirono le porte all’immigrazione su vasta scala. C’era bisogno di manodopera per sostituire gli schiavi che erano stati liberati e avviare lo sviluppo industriale. Tra il 1880 e il 1921 si calcola che siano partiti dall’Italia (prevalentemente del sud, ma non solo) circa 4 milioni di persone. Nel solo 1906 sbarcarono in 358 mila, in maggioranza uomini. L’approdo era Ellis Island, nella baia di New York. Parecchi morivano durante il viaggio, tutti gli altri venivano sottoposti a visite mediche rigorose. Chi non superava i controlli veniva rimpatriato senza possibilità di appello. Molti di questi si gettavano in mare per la disperazione.
I nuovi arrivati, la cui presenza era essenziale per l’economia statunitense in grande espansione, erano brutalmente sfruttati sul lavoro con orari e condizioni massacranti. A ciò si aggiunsero discriminazioni razziali molto pesanti, che sfociarono anche in episodi di violenza. Il più famoso fu il linciaggio di nove siciliani, uccisi dalla folla a New Orleans nel 1891 per un omicidio dal quale il tribunale li aveva assolti.
A New York gli italiani vivevano prevalentemente ad Harlem, in palazzi fatiscenti e con servizi minimi. Inizialmente venivano raggruppati per regione di provenienza, ma presto si diede avvio alla fase di assimilazione, vietando di parlare l’italiano a scuola e contrastando le abitudini alimentari italiane.
Nel 1916 tuttavia il Congresso degli Stati Uniti elegge il primo deputato italo-americano: Fiorello La Guardia, figlio di un musicista di Cerignola. Nel 1933 diventa sindaco di New York. Muore nel 1947, in tempo per vedersi dedicato il secondo aeroporto della città.
Nel 2013 New York elegge il suo quarto sindaco italo-americano: Bill De Blasio, i cui nonni materni erano arrivati in America a fine ‘800 rispettivamente da Benevento e Matera.
Gli italoamericani sono oggi rappresentati dalla NIAF (National Italian American Foundation, con sede a Washington) che quest’anno festeggia 40 anni. Secondo il presidente John Viola sono circa 25 milioni e hanno un’istruzione e un reddito superiori alla media nazionale. L’intervista con Viola a pagina 21.
Rosanna Cassano