C’è chi lo ama e chi lo detesta, ma Quentin Tarantino è un regista di cui si parla molto: è certamente un personaggio estremamente interessante ed ogni suo film ha sempre un grande successo.
In occasione dell’uscita del suo ultimo film The Hateful Eight, noi l’abbiamo intervistato.
È un’intervista che i cinefili apprezzeranno, a carattere piuttosto tecnico; il regista spiega la decisione di girare nel costosissimo formato 70 mm, ideale per le inquadrature di panorami vasti (nel secolo scorso ha reso gloriosi film come Via col Vento e Ben-Hur) nonostante il film sia girato per lo più in interni.
Per noi di Speak Up questa intervista è molto interessante anche per un altro motivo, che nulla ha a che fare con la cinematografia: ascoltatela attentamente, e vedrete che il buon Quentin… infila un errore dietro l’altro. Perché ciò che gli preme è comunicare il suo messaggio, e lo fa con passione senza badare troppo alla grammatica o alla corretta costruzione delle frasi.
Attenzione: questo non significa che Tarantino sia un mezzo analfabeta, o una persona poco istruita.
Al contrario.
Come abbiamo più volte segnalato infatti, vi è una grande differenza tra gli italiani e i madrelingua anglofoni nell’ascoltare (e nel giudicare) il parlato: chi, parlando in pubblico, commette grossolani errori di italiano espone la propria ignoranza, garantendo l’effetto “venghino signori” (spesso ripreso in spietate imitazioni televisive per il diletto degli ascoltatori).
In inglese questo non succede. L’errore grammaticale, nella lingua parlata, non ha le stesse connotazioni negative perché l’inglese funziona in modo diverso: le regole sono più elastiche e la proprietà di linguaggio non viene percepita come rivelatrice del livello di istruzione della persona.
Anche se non siete fan di Tarantino, dunque, ascoltate la sua voce e rincuoratevi. Come ripetiamo spesso su queste pagine, quando s’impara una lingua l’importante è parlare, senza lasciarsi inibire dal timore di fare ‘brutta figura’. Proprio come Tarantino.
Rosanna Cassano