Ci sono due verbi in inglese che danno del filo da torcere a parecchie persone, anche di madrelingua: to lie e to lay. To lie significa (oltre a mentire) giacere, sdraiarsi, ed è intransitivo (I lie down to sleep); to lay significa posare, appoggiare, ed è transitivo (I lay down the book). Una delle ragioni per cui si tendono a confondere i due verbi (a parte il suono simile) è che il passato di to lie è lay, scritto esattamente come il presente dell’altro verbo, appunto, to lay.
Se anche voi fate fatica a distinguere tra lie e lay, niente paura, siete in buona compagnia. All’autore della famosissima canzone “Lay lady lay”, il mitico Bob Dylan, è stato assegnato il Nobel per “aver creato nuove espressioni poetiche nell’ambito della grande tradizione della canzone americana”. Quando uscì, la canzone scandalizzò non pochi linguisti: per invitare una signora a sdraiarsi bisogna dire lie, e non lay! Il titolo corretto sarebbe dunque Lie Lady Lie. Licenza poetica o bad grammar?
E che dire di The Times They Are a–Changin’? Il prefisso verbale –a è dialettale, mentre quell’uso del pronome they (dove non serve) è tipico delle antiche ballate popolari. Una costruzione ben poco ortodossa, dettata probabilmente da esigenze di ritmica.
Come diceva il buon Finardi, la musica è ribelle e si concede di tutto: anche i doppi negativi. Sempre Bob Dylan è responsabile di “I ain’t gonna work on Maggie’s farm no more”, un vero orrore grammaticale. I giovani coristi dei Pink Floyd hanno scandito senza vergogna We don’t need no education, mentre Mick Jagger ha stregato un’intera generazione con I can’t get no satisfaction…
In Empire State of Mind, Alicia Keys canta New York, concrete jungle where dreams are made of. Ma che significa? O diciamo which dreams are made of (di cui sono fatti i sogni) or where dreams are made (dove i sogni si creano), ma la canzone non suonerebbe così bene… dunque al diavolo la grammatica!
Morale? Non temete di sbagliare: se qualcuno vi fa notare un errore, potete sempre citare la commissione del Nobel e rispondere che state “creando nuove espressioni poetiche”!
Rosanna Cassano