REBEL JANE
Dal punto di vista formale esiste una distanza infinita tra i romanzi di costume di Jane Austen e la iconoclastia dei pupazzi di Spitting Image. Entrambe sono manifestazioni di successo dell’acume britannico, ma la loro strategia nel presentare una critica della società non potrebbe essere più diversa. Le marionette in latex di Spitting Image non lesinano in villania visiva e verbale, mentre Austen dissezionava gli strati più alti della società inglese dell’epoca (denominati poi ‘landed gentry’; traducibile con ‘alta borghesia’ o, letteralmente, ‘proprietari terrieri’ o ‘aristocrazia rurale’) con uno stile delicato e un senso dell’umorismo contenuto seppure con conseguenze ugualmente trasgreditrici.
La satira grezza e la caricatura spietata di Spitting Image è più diretta e d’effetto se si vuole criticare i politici e prendersi gioco di questa nuova aristocrazia formata dalle celebrities; ridendo a crepapelle dei loro difetti amplificati, trasformando la classe dirigente e i ricchi, belli e famosi in buffoni ne ricaviamo una certa soddisfazione che in parte ripaga le offese e le ingiustizie che crediamo di subire.
Austen, invece, fa sì che il lettore provi empatia per i suoi protagonisti privilegiati, che rimanga estasiato con le descrizioni della scenografia, i fasti e le cerimonie e provi piacere con i dialoghi sofisticati e la fina ironia affinché assimili senza quasi rendersene conto, ma in modo più profondo, il messaggio sottilmente rivoluzionario della scrittrice.
Perché il valore atemporale delle opere di Jane Austen, oltre a presentarsi come una forma perfetta di intrattenimento, che segue la tradizione shakespeariana della commedia romantica, risiede nella sua funzione di pioniera della letteratura scritta da donne e che parla di donne (anche se non è rivolta esclusivamente al pubblico femminile).
Quindi la chiave del fascino che dopo più di duecento anni esercitano ancora i romanzi di Jane Austen si deve al magistrale equilibrio tra la descrizione dei modi e le maniere dei privilegiati e la capacità di scardinare le fondamenta per smontare quella loro facciata di decoro e virtù.