Il successo globale di Facebook ha guadagnato al suo ideatore Mark Zuckerberg la nomina della rivista Time a uomo dell’anno per il 2010. E ha rivoluzionato il modo di intendere la parola amicizia. Gli amici ora si contano, si catalogano in gruppi, si aggiungono e si eliminano con un click. Vivono in qualsiasi parte del mondo, ci vengono segnalati tramite algoritmi, e magari non li abbiamo mai conosciuti di persona. Ma questa è già storia. Dopo l’amicizia virtuale, udite udite, è arrivata l’amicizia a noleggio! Rentafriend.com è un’idea del 30enne americano Scott Rosenbaum, è già un successo globale e funziona così: all’iscrizione si pagano 25 dollari, mentre affittare un amico costa circa 10 dollari l’ora. Nell’elenco delle persone disponibili si trova chiunque: artisti, professori, manager, studenti e via dicendo. I profili sono corredati da foto, breve descrizione di sè e lista dei propri interessi. Avete un hobby e cercate qualcuno con cui condividerlo? Siete invitati a una festa e non avete voglia di andarci da soli? Un’occhiata al sito e voilà! Molto probabilmente troverete la persona giusta disposta a farvi compagnia. Rentafriend funziona anche in Italia, dove è già disponibile un congruo numero di amici a noleggio in tantissime città. Che squallore, diranno i tradizionalisti. Come si può comprare la compagnia di qualcuno e fare finta che sia spontanea? I sociologi gridano all’ennesima mercificazione dei rapporti umani. Ma queste reazioni vengono spontanee ogni volta che la tecnologia va a modificare i modelli consolidati di comunicazione interpersonale, e poi ci si abitua molto in fretta. Noi abbiamo deciso di approfondire l’argomento senza pregiudizi, intervistando una persona che si è rivolta a questo network (per leggere l'articolo clicca qui). Per dimenticare una storia d’amore finita male ”ci vorrebbe un amico,” cantava Antonello Venditti nel lontano ‘84. Chi avrebbe mai pensato che sarebbe bastato un click?
Rosanna Cassano