Saranno quei nomi strani ed evocativi (Elephant&Castle, Oval, Swiss Cottage, Ruislip, Canning Town…), che fanno venir voglia di scendere dal treno e salire in superficie solo per vedere cosa c’è a quella fermata. Sarà quella bellissima mappa colorata, che si ritrova quasi uguale in tutte le metropolitane del mondo, ma mai così perfetta. Saranno i tunnel infiniti, il febbrile viavai, i busker, o quel vago odore di ferro antico, inequivocabile, che si sente solo lì… O sarà l’insieme di tutte queste cose che rende la metropolitana di Londra un luogo-non luogo a cui ci si affeziona, così affascinante che spinge le persone a inventarsi le imprese più bizzarre: come il londinese Jay Foreman, che ha messo in rima i nomi di tutte le 270 fermate, ne ha fatto una demenziale e divertentissima filastrocca e ha postato il video su YouTube.
O James Heptonstall, che per divertirsi scende di volata dal treno, si fionda in superficie, corre come un pazzo verso la fermata successiva e stupisce tutti risalendo esattamente sullo stesso vagone da cui era sceso (trovate anche lui su YouTube). Clive Burgess e Ronan McDonald hanno percorso l’intera rete, in treno, in un tempo record di 16 ore e 14 minuti, entrando nel Guinness dei Primati.
E c’è anche chi l’ha fatta tutta a piedi, in superficie, e ci ha scritto un libro, come Mark Mason che intervistiamo in questo numero (il servizio a pagina 18).
Forse il più creativo di tutti è l’ignoto enigmista che ha twittato un quiz in stile rebus fatto solo con gli Emoji (clicca qui per vedere l'immagine). Riuscite a indovinare i nomi delle stazioni? Per il numero 12, niente paura. Non l’ha capito ancora nessuno. (Le risposte le trovate nell'articolo An urban legend)
Rosanna Cassano