Anche se non siete mai stati a Stonehenge sicuramente avrete un’idea di cosa sia: un tempio preistorico di grande interesse archeologico per via del mistero che ancora lo avvolge, frequentato da moderni druidi, seguaci della New Age e visitato da tantissimi appassionati di storia da tutto il mondo. Ma se vi viene voglia di andarci, leggete prima l’articolo a pag. 52. Secondo l’autore, il giornalista Gareth Rubin, Stonehenge rientra decisamente nella categoria delle trappole per turisti: praticamente “un cumulo di pietre”, comodamente visibili anche dalla propria auto dato che si trovano vicinissime a due (rumorose) autostrade. Se ci siete già stati e avete avuto la stessa impressione ma non avete mai osato dirlo, ora potete vantare un prestigioso alleato tra i giornalisti inglesi. E che dire di Madame Tussauds? Anche il famoso museo delle cere di Londra appartiene alla stessa categoria, secondo Rubin, che liquida le statue definendole “manichini vestiti da star”. 28 sterline per il biglietto d’ingresso? Una follia: le statue di cera non meritano altro che “a slow-burning fire”! Quando si dice un’opinione fuori dal coro...
Anche l’articolo del nostro John P. Sloan questo mese si presta al dibattito: i violenti disordini che l’estate scorsa hanno devastato Londra e Birmingham, la sua città, non gli sono proprio andati giù. Colpa delle diseguaglianze sociali? Rabbia degli esclusi dalla società del benessere? Niente affatto, dice Sloan. Si tratta di violenza gratuita di delinquenti comuni, viziati da un sistema di welfare fin troppo generoso. Che ne pensate?
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Rosanna Cassano